
Siamo a sabato. Il sabato della Scuola. Noi che ci siamo inventate il modo, che lo abbiamo tenuto e perfezionato. Un venerdì che è stato senza saluti, che non ci sono da febbraio, i saluti. Noi che abbiamo la casa con gli scatoloni delle cose di scuola perché a scuola non ci deve stare più nulla. Noi che siamo fannulloni, mantenuti e non solo ma tante altre cose che ci dicono.
Un venerdì che in scena è la chiusura, ma dietro le quinte, sappiamo tutti che noi, lo Stato, lo abbiamo servito. E a luci spente, senza nessuno più tra i palchi, il nostro parquet cigola di spazi che non ci sono e il nostro costume è bucato di personale che manca. Tutto, possiamo accettare, ma non la mancanza del ripensamento educativo. Noi che siamo lo stato, e che ci abbiamo creduto, ne abbiamo il dovere.
Ma anche il diritto.